Friday, March 2, 2007

L'Italia peggio del Sudamerica?

Ciao Beppe, salve Italians,

quando si parla male dell'Italia, alcune volte senti dire: vedrai, facciamo la fine dell'Argentina. Altre: se non eravamo in Europa facevamo la fine dell'Argentina. Sì insomma vogliono dire che facevamo la fine di un qualsiasi Paese del Sudamerica. Io non sono d'accordo, se consideriamo globalmente l'Italia; con la sua storia, culturale ed economica. Ti puoi facilmente rendere conto che stiamo facendo peggio dei Paesi sudamericani. Non facciamo sistema; non assicuriamo lavoro ai giovani; non assicuriamo almeno la prima casa a chi vuole crearsi una famiglia; non assicuriamo una pensiona a chi ci andrà tra 30, 40 anni. Ci palleggiamo i Dico e l'Afghanistan ma non parliamo di riforme strutturali per ammodernare il Paese e farlo diventare un sistema socio-economico ordinato, stabile e competitivo. Si parla di emergenza ambientale, ma noi ci riempiamo di immondizia e pensiamo alle centrali a carbone. Abbiamo emarginato Rubbia con il suo rivoluzionario progetto di centrale solare. Per la cronaca, la centrale solare di Rubbia funziona e funzionera sempre meglio con i soldi degli spagnoli. Vabbé, ma gli italiani sono abituati a queste cose vedi radio, telefono, lampadina e via dicendo. A questa situazione che sembra tratta dall'apocalisse vorrei aggiungere altre due cose. - l'Italia sembra non avere fame di nuovo, di progresso- l'Italia sembra non riuscire a rendersi conto delle prospettive planetarie future. Forse è vero che l'esprimersi di un Paese rispecchia la sua età media.

Aniello Landi, aniello_landi@yahoo.it

Grazie


Si riprende a fumare

Caro Beppe,

più volte in questo forum è stato giustamente scritto a proposito della bontà della legge antifumo varata dal precedente governo. Vorrei segnalare a te e agli Italians che ultimamente nelle mie frequentazioni dei locali notturni (a Milano, ma non solo) con mio grande disappunto mi è capitato di notare che il divieto di fumo è sempre più diffusamente disatteso. L'ultima occasione della serie è stata proprio alcune sere fa in una frequentata discoteca di Milano. Dalla mia esperienza il fumo sta tornando tra le consuetudini di chi frequenta i locali (beninteso, all'esterno delle esigue aree appositamente destinate), senza che alcuno, sia tra gli avventori, sia tra i gestori, batta ciglio per protestare/intervenire. Erano ormai anni che non mi capitava di tornare a casa con i vestiti e capelli infestati e la cosa - ti confesso - non mi dispiaceva affatto. La sensazione è che anche in questo caso si stia ripetendo il fenomeno già osservato per l'ottima legge della patente a punti, per la quale, dopo un periodo iniziale di controlli severi e ottimi risultati, la mancata perseveranza nella sua applicazione, ha di fatto riportato la situazione sulle strade alle condizioni precedenti.

Luca Venturi, lbazooka@libero.it

Astonished Francesca

Da Seattle, sulle Signorine SeminudeGentile Beppe Severgnini, pochi mesi fa ho avuto il piacere di sentire la presentazione del suo libro "La bella figura" in una libreria di Seattle e mi sono divertita molto. Ma veniamo al libro. Sono rimasta piuttosto sorpresa dal modo in cui affronta la questione delle donne, dell'immagine femminile offerta dalla televisione, delle loro aspirazioni, e della loro (scarsa) presenza in posti di rilievo. Il paragrafo a cui mi riferisco, tratto dal capitolo "Television, where the Semi-Undressed Signorina acquires a cloak of significance", è quello compreso tra: "You might ask how italian womanhood puts up with all this. [Š] If you think about it, their astonishment is astonishing". Ritiene veramente che le donne italiane siano rassegnate ed inconsapevoli rispetto a quei diritti che ancora non sono paritetici tra i due sessi? Ritiene che le donne italiane guardino la televisione rimpiangendo di non poter essere/essere stata una letterina o simile? E anche ammettendolo, a parer suo questo come cozzerebbe con lo stupore per eventuali sguardi indiscreti e proposte durante i colloqui di lavoro? Forse esistono fenomeni simili, forse esistono alcune donne come quelle da lei descritte, così come si stanno formando tanti piccoli "costantini", ma esistono anche altre donne con altre teste e altre aspettative, che, per correttezza e realismo, avrebbe potuto descrivere. Lungi da me sindacare sulle scelte e sui temi da trattare, ma mi stupisce che in un libro che ha l'intenzione di spiegare l'Italia e gli italiani a chi italiano non è, un tema così sentito venga liquidato, peraltro in modo piuttosto superficiale, con poche parole. Infine, personalmente, trovo offensiva la frase : "if you think about it, their astonishment is astonishing".

Cordialmente, Astonished Francesca

Francesca Vittone, vittons@yahoo.com